Una delle convinzioni più radicate al mondo è che il peso corporeo sia un indice incontrovertibile della forma fisica di un individuo; di conseguenza, si è anche convinti che si verifichi un aumento di peso quando si ingrassa ed una diminuzione di peso quando si dimagrisce.
Siamo sicuri che sia proprio così? O meglio, siamo sicuri che sia sempre così?
Evitiamo ustioni… non mettiamoci la mano sul fuoco!
Un metodo ampiamente diffuso per classificare le persone come obese, sovrappeso, normopeso o sottopeso, si basa sull'uso dell' indice di massa corporea (IMC), che mette in relazione il peso corporeo e l'altezza di un individuo. Tuttavia, l'IMC ha un valore molto relativo; basti pensare a due individui che abbiano lo stesso peso e la stessa altezza, e quindi lo stesso IMC. Mettiamo il caso che tale valore corrisponda, in base alle tabelle, ad una condizione di obesità; ebbene, potremmo trovarci al cospetto di un soggetto obeso e di un culturista in perfetta forma fisica! Dov'è la differenza?
Il corpo umano può essere immaginato come costituito da diversi compartimenti in equilibrio tra loro. Il peso, di per sé, non è indicativo dello stato di benessere di un individuo; ciò che è importante, invece, è conoscere le proporzioni tra i vari compartimenti corporei. L'obesità ed il sovrappeso, infatti, sono definiti come un eccesso di grasso e non di peso. Nel nostro esempio, il soggetto obeso ha un eccesso di massa grassa (assolutamente dannoso), mentre il culturista ha semplicemente i muscoli (massa magra) estremamente sviluppati, ed ha anche faticato tanto per raggiungere un tale eccesso di peso!
Alla luce di queste riflessioni, si può capire come una variazione del peso corporeo rifletta dei cambiamenti di cui non sempre si conosce la natura. E' molto frequente che l'attività fisica, specie nelle persone sedentarie, induca un aumento di peso. Ecco che nascono i dilemmi: com'è possibile che l'attività fisica faccia "ingrassare" piuttosto che "dimagrire"? Ciò che si verifica è un'ipertrofia delle cellule muscolari, ovvero un aumento di massa magra, che si riflette in un aumento di peso. In questi casi, pur verificandosi una riduzione della massa grassa, l'aumento di massa magra può essere superiore e determinare un aumento netto del peso corporeo. Questo, altro non è che un processo di dimagrimento!
Consideriamo il fenomeno inverso. Un regime alimentare molto restrittivo porta di certo ad un rapido calo del peso corporeo. E' ormai noto a tutti, o quasi, che le diete drastiche fanno male, ma perché? Quando l'apporto calorico fornito dall'alimentazione è eccessivamente ridotto, si verifica un vero e proprio fenomeno di autocannibalismo: per far fronte alla "carestia", l'organismo si nutre delle proprie cellule muscolari, portando ad un depauperamento della massa magra, senza necessariamente intaccare a livelli significativi la massa grassa. Ebbene, la tanto agognata e sofferta riduzione del peso corporeo può accompagnarsi ad un aumento della percentuale di grasso… stiamo ingrassando!
E' da sottolineare, inoltre, che le trasformazioni che si verificano nei diversi compartimenti corporei influiscono sulla possibilità di conservare la forma fisica acquisita. Le cellule muscolari costituiscono la parte metabolicamente attiva del nostro organismo, in quanto deputate ad estrarre energia dai nutrienti (in termini spiccioli, sono le cellule che "bruciano le calorie"). Un aumento della massa muscolare
determina un'accelerazione del metabolismo basale (la quantità di calorie bruciate in 24 ore a riposo) e quindi la possibilità di mangiare più di prima senza ingrassare. Al contrario, una riduzione della massa muscolare causa un rallentamento del metabolismo basale e, di conseguenza, la tendenza ad ingrassare pur non mangiando di più. La nota "sindrome dello yo-yo" o "della fisarmonica" ne è la dimostrazione più evidente. Quando si perde peso con una dieta troppo drastica, i chili persi si riacquistano con gli interessi, ma non finisce qui: la massa magra distrutta viene soppiantata da tessuto adiposo. Quando questo ciclo infernale viene reiterato (molte persone lo ripetono per decenni), la situazione peggiora sempre più.
In conclusione, per la prescrizione di una terapia nutrizionale adeguata, è doveroso affidarsi ad uno specialista che provveda anche ad un monitoraggio continuo dei risultati via via ottenuti in termini di trasformazioni a carico della composizione corporea.
Valeria Filardo, biologa