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L’insulino resistenza e la relativa sindrome metabolica, che possono essere considerate situazioni che predispongono al Diabete di tipo 2, sono ormai in notevole aumento soprattutto nelle società industrializzate.
Questo fa capire quanto siano correlate a stili di vita incongrui, sedentarietà e cattiva alimentazione.
In realtà alla base di ciò c’è anche una predisposizione genetica che nel corso dell’evoluzione ha selezionato gli individui insulino resistenti aiutando a promuovere la sopravvivenza durante un periodo di carestia e stress, in quanto questi individui riuscivano in queste situazioni a preservare maggiormente la loro massa grassa che diventava così una preziosa riserva energetica.
In effetti avendo eseguito ormai negli anni centinaia di test genetici ho riscontrato che i polimorfismi associati all’insulino resistenza sono quelli più frequenti nella maggior parte delle persone.
Purtroppo, questo oggi, data la notevole disponibilità di cibo, non è più un vantaggio e di fatto predispone al diabete di tipo 2.
Come comportarsi allora in questo caso?
Senz’altro dobbiamo intervenire, a maggior ragione, con interventi nutrizionali, programmi di attività fisica ed integrazione alimentare mirati.
Se la dieta Mediterranea poteva andare bene per il contadino che lavorava fisicamente nei campi per 12 ore al giorno, ora non è più un modello nutrizionale proponibile ai più e ancora meno agli individui con predisposizione genetica all’insulino resistenza.
La dieta deve prevedere il controllo dei carboidrati, la loro assunzione preferibilmente dopo le verdure, che devono essere aumentate apportando più fibre, e il secondo piatto proteico, l’eliminazione degli zuccheri e la riduzione dei grassi saturi.
Può anche essere preso in considerazione il digiuno intermittente e, se l’obiettivo è il dimagrimento, la dieta chetogenica.
L’allenamento deve prevedere sia l’allenamento aerobico che l’allenamento contro resistenza perché il muscolo è un organo in grado di captare grandi quantità di glucosio e regolare così la glicemia.
Integratori consigliati sono l’acido lipoico, cromo, cannella, Coq10 e omega 3.
 
 

 
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